L’alternativa alla distrazione, o mancanza di consapevolezza, consiste nel vivere veramente ciò che sta accadendo nel presente: essere attenti a ciò che si sta facendo invece di agire in automatico, apprezzare il momento attuale invece di volere che finisca. Ciò significa far caso al proprio corpo e alle sensazioni che proviamo quando teniamo in mano il pane per tagliarlo. Essere consapevoli della propria mente e del proprio corpo quando si guida e notare se ci si dirige a ovest o ad est. Assaporare il cibo quando si mangia e dedicare attenzione ai nostri amici e alle persone che amiamo quando siamo con loro.
Le preoccupazioni riguardo alle cose che possono andare storte e che ci ossessionano quotidianamente allentano la presa e cominciamo ad accettare più serenamente il fatto che qualche volta otterremo l’appuntamento o la promozione desiderata e altre volte no. Anche le preoccupazioni per il nostro stato di salute si riducono e tutto diventa più facile da sopportare. Gustare il cibo che mangiamo, notare il tramonto, avvertire il nostro legame con gli altri sono solo alcuni esempi che alleviano la sofferenza e rallentano le menti, dando maggiore ricchezza ai momenti della nostra vita.
Le pratiche quotidiane sono un antidoto efficace contro l’evitamento esperienziale che ci tiene prigionieri dell’ansia, della depressione, dei disturbi correlati allo stress e di abitudini controproducenti di ogni sorta. Ci rendiamo conto che le nostre menti operano con più chiarezza quando non sono così oppresse dall’ansia per ciò che gli altri penseranno di noi o per la possibilità di non ottenere ciò che vogliamo. Diventa divertente osservarle mentre la nostra creatività si esprime.
E’ tuttavia importante precisare che liberarci dall’ansia e dal dolore non è un obiettivo da raggiungere attraverso la pratica, che pertanto contiene un paradosso: praticare la mindfulness per sentirsi felici non è praticare veramente la mindfulness, dal momento che questa aspettativa è diversa dall’accettare quel che sta avvenendo al momento. D’altro canto, se non pratichiamo abbiamo minori probabilità di assaporare l’esperienza, accettare ciò che è, apprezzare la nostra interconnessione e osservare il flusso delle esperienze, e quindi minori probabilità di essere felici.
Questa felicità non è l’opposto della tristezza e non significa liberarsi dalla sofferenza. Vuol dire provare l’intera gamma delle nostre emozioni umane, vuol dire sperimentare ogni cosa con intensità, scegliere in libertà. Questa felicità proviene dal sapere che tutto cambierà e quindi dal non restare così sconvolti quando i cambiamenti avvengono. E proviene dall’abbracciare veramente questo momento invece di cercare qualcosa di diverso nel prossimo.
Incontro esperienziale sulla Mindfulness presso lo Studio Vassalli giovedì 5 marzo 2020. Per info e prenotazioni, scrivere alla Dott.ssa Loredana Cimmino