Sara, 15 anni, ha terminato con la Dott.ssa Loredana Cimmino un percorso durato un anno e mezzo e basato sull’accettazione del proprio corpo e sul superamento della sofferenza che la ragazza esprimeva con il rifiuto del cibo. Sara ha mostrato una forte motivazione al trattamento, era finita in un circuito disfunzionale di pensieri senza accorgesene, ha rischiato il ricovero avendo toccato i 40 kg su un’altezza di 1,60 quindi si è lasciata aiutare per risalire. Alla fine del percorso è più serena, accetta se stessa così come è, con le sue “imperfezioni” che adesso ama perché la rendono unica e speciale.
Di seguito la lettera di fine percorso che Sara ha scritto di sua iniziativa per aiutare chi, come lei, sta lottando con un Disturbo del Comportamento Alimentare.
Ciao, mi chiamo Sara e sono una studentessa, ho 15 anni, a ottobre 16, vivo con i miei genitori e la mia sorellina di 12 anni e studio al liceo delle scienze umane. Purtroppo, il 2021 e il 2022 sono stati due anni che mi hanno segnato, non in positivo, diciamo che non li ho vissuti molto bene, anzi potremmo dire che siano stati proprio uno schifo. Quest’anno ho deciso che non lo sarà, e fortunatamente per ora, incrociando le dita, sto riuscendo nel mio intento. Quando avevo 13 anni, precisamente durante la terza media, ho deciso di non voler più fare merenda a scuola perché volevo dimagrire, ovviamente all’inizio era solo un vago pensiero. Durante l’estate, però, questo pensiero aveva iniziato a trasformarsi in realtà. Avevo iniziato a mangiare meno e a iniziare a controllare quello che mangiavo e nella mia testa ricordo che mi dicevo sempre: “appena inizierà settembre dimagrirò” e purtroppo è stato esattamente così. Iniziata la scuola mi sono imposta che avrei iniziato a non fare più colazione, poi dopo che tornavo da scuola, visto che tornavo tardi e avevo danza presto, dovevo subito uscire di casa dopo essermi cambiata, e così saltavo anche il pranzo. I miei genitori se ne erano accorti subito, ma non ci avevano dato molto peso poiché i cambiamenti corporei sono arrivati dopo. Dopo circa un mese mi sentivo stanca, avevo poche forze e soprattutto la mia mente era perennemente collegata al pensiero di come riuscire a non mangiare, la situazione era diventata insostenibile. Avevo sempre più voglia di quello che mi impedivo di mangiare e quando me lo concedevo mi sentivo in colpa e vomitavo, oppure facevo tantissimo sport per compensare. A dicembre ho mollato danza con il pensiero di iniziare uno sport che mi appassionava già da bambina, l’atletica. Dopo poco tempo, però, mi sono iscritta in palestra e in piscina, la mia routine era diventata questa: sveglia alle 6.00 per prendere l’autobus, a colazione un caffè senza zucchero, dopo la scuola prendevo il pullman a casa per le 14.30, per pranzo un’insalata e poi dritta in palestra, tornata a casa studiavo e per le 19.15 cena (così presto perché ovviamente morivo di fame). I miei genitori si erano ormai accorti che non mangiavo più, e cercavano di convincermi a mangiare, ma non se ne preoccupavano così tanto. Durante le vacanze di Natale mi ero concessa un periodo di pausa da tutto questo, recuperando qualche chilo che avevo perso. Finite le vacanze, sono tornata alla solita routine, ma 10 volte più faticosa. A fine gennaio mio papà compie gli anni e io, sapendo che quel giorno avremmo mangiato di più, volevo arrivare preparata, convinta che in un giorno io potessi recuperare tutti i chili che avrei perso prima, ovviamente non fu così. Iniziai a non permettermi più neanche il pranzo se non una mela. È proprio in questo momento che iniziai il percorso con la psicologa Loredana. Ricordo anche che il fine settimana, avevo sempre le mie 2 cene di “sgarro”, ovviamente non lo era veramente. Ricordo molto bene che un lunedì, la sera prima eravamo andati al sushi, non avevo fatto colazione, come al solito, e mia madre mi aveva portato a scuola (avevo iniziato ad andare a scuola in macchina perché non avevo più le forze di prendere il pullman) e in chiamata con mio papà mi stava spiegando quanto fosse importante mangiare. Io ero entrata a scuola molto arrabbiata poiché era ovviamente finita in una discussione, a scuola non mangiavo niente come merenda, ma con il fatto che il giorno prima mi ero concessa solo la cena al sushi, mi girava la testa più del solito, mi veniva da svenire, tant’è che le mie compagne avvisarono la prof. che io stavo male, e tornai a casa. Durante le vacanze di Pasqua, invece, io e la mia famiglia eravamo partiti per la Toscana con il camper, io ormai ero uno stecchino, avevo perso quasi 10 chili ed ero contentissima per l’esperienza che avremmo fatto. Mi ricordo che in quella vacanza avevo mangiato per tre giorni di fila un dolce dopo cena, con tantissimi sensi di colpa durante tutte le giornate e tanta scontrosità, come sempre, addosso. Ero tornata con 1 chilo in più, ricordo benissimo il sollievo in faccia di mia madre e la mia finta contentezza, anche se in realtà la mia testa gridava. La settimana dopo, quando mia madre mi aveva pesato, avevo perso 1 chilo e mezzo, io avevo un sorrisino di soddisfazione stampato in faccia; mia madre, invece, era scoppiata a piangere, davanti a me. In quel momento io mi sono resa conto che avevo toccato il fondo, dovevo riprendere in mano la mia vita, da lì mio padre iniziò a stare con me a tutti i pasti, riiniziai a mangiare la pasta e a fare colazione, ma questo purtroppo non fu sufficiente. Iniziai anche ad ascoltare veramente quello che mi diceva di fare la mia psicologa, utilizzando veramente le tecniche che mi dava per evitare di “pensare troppo”. A maggio 2022 i miei genitori mi portarono da uno psichiatra in una clinica specializzata in DCA, iniziai a mangiare seguendo un piano alimentare e, finalmente, iniziai a riprendere peso. Ovviamente all’inizio non fu facile, soprattutto perché la maggior parte dei cibi scritti nel piano mi facevano paura, i pensieri erano tanti, per non parlare del gonfiore e del senso di pienezza dopo qualsiasi pasto, ma dopo un po’ le forze sono tornate, così come il sorriso, le amicizie che avevo perso e tutto quello che la malattia toglie con la scusa che non meriti di vivere. Penso che uno dei momenti più belli sia stato quando ho rimangiato la pizza durante l’estate, ho pianto veramente tanto sia prima che dopo, non era un pianto dovuto ai sensi di colpa, era un pianto di gioia per aver mangiato una cosa che non avrei mai pensato di mangiare di nuovo. Ci sono stati anche dei periodi bassi, ovviamente. Il periodo di vacanza in montagna e al mare con la mia famiglia non è stato tanto bello, non pensavo ad altro se non al cibo, non me lo sono goduto, ma queste vacanze voglio godermele al meglio, senza pensare alle calorie, quelle servono per vivere e per fare tutto quello che si vuole fare. Quando è riiniziata la scuola, lo scorso settembre, ho avuto una ricaduta, avevo riiniziato a restringere a non mangiare più certe cose e non seguivo più il piano. Per uscire da questo circolo, mi sono semplicemente e completamente affidata alla mia psicologa e al piano alimentare che mi hanno permesso di ritornare sui binari. La mia paura più grande, ora come ora, è di tornare a dare ascolto quella vocina, o anche solo sentirla, ma so che non succederà mai perché so quanto ho perso dandole ascolto e ormai so come agisce e quando, ho imparato a non fidarmi di lei ma solo di me stessa. In questo momento posso dire di essere nel periodo più felice di tutta la mia vita, sto vivendo in modo spensierato, esco con i miei amici, sto facendo lo sport che amo: l’atletica, che fortunatamente sono riuscita ad iniziare e soprattutto sto mangiando quello che voglio quando voglio, senza più regole fisse. Se ho voglia di una cosa, l’assecondo. Da questa “esperienza” ho imparato tanto: ho imparato che la mente ci inganna e che gli altri non ci vedono come ci vediamo noi, ma soprattutto ho imparato a vivere senza pensieri, a viverla così. Un augurio che posso dare a chi come me sta vivendo la situazione che ho vissuto io è: chiedete aiuto e fidatevi di chi cerca di darvi una mano e vi vuole bene, lo fanno per voi e ricordatevi, fate sempre il contrario di quello che vi dice quella stupida vocina che non vi vuole vedere star bene, vi vuole vedere morti. Ricordatevi sempre che la vita è una e in particolare: vivila così. 😊
IN BOCCA AL LUPO, SARA 🙂
Rivolgiti anche tu ad uno specialista se ti senti solo/a o in un periodo di sofferenza. Il primo colloquio per i giovani dai 15 ai 22 anni è gratuito fino al 30/09. Per maggiori informazioni, scrivi alla Dott.ssa Loredana Cimmino alla mail loredanacimmino13@gmail.com o attraverso la sezione Contatti del sito. Non aspettare a chiedere aiuto, fallo e basta!